Filosofo Mago Astrologo Poeta

In questo sito presento la mia visione panoramica (dal greco “pan” cioè “tutto” e “hórama” ossia “visione”, “vista”) del mondo, realtà, esistenza. (Ogni filosofo che si rispetti, piccolo o grande che sia, ad un certo punto della vita ne ha una.) L’esistenza per me è una medaglia, con, naturalmente, le sue due facce. Una faccia coincide con l’armonia manifesta, l’altra è l’armonia nascosta. Queste espressioni non sono mie ma del filosofo presocratico Eraclito. L’armonia manifesta è quella che è concettualmente più chiara: è il lato intellegibile, com-prensibile in modo diretto dalla nostra mente. Coincide con la ragione. Armonia manifesta e ragione sono regolate alla radice da due importantissimi e potenti principi: il principio di non contraddizione e da quello di causa ed effetto. Il primo ci dice che A è A, B è B e che A e B sono diversi. È un principio apparentemente elementare. Ma senza di esso, cioè senza distinzione, differenziazione vivremmo nel caos. È ciò che ci permette di dare un ordine alla realtà e di capirci quando ci parliamo. Il secondo mette in luce che ogni effetto ha una sua causa. L’armonia nascosta (che secondo Eraclito è più potente di quella manifesta) è assimilabile alla magia o, per meglio dire, al pensiero magico. Nell’armonia nascosta, nel pensiero magico, le regole sono diverse rispetto a quelle della ragione. Sono “capovolte”. In effetti il principio di non contraddizione è contraddetto. La causa ed effetto non esiste. A è A, B è B, A e B sono distinti ma, al contempo, A e B sono la stessa cosa. Per esempio, nel mondo onirico, un gatto può essere un nostro parente prossimo: una forchetta, una bacchetta magica: il presente coincidere col passato o con il futuro: ci si può ritrovare nella Roma antica e dopo un attimo nella New York dei tempi nostri, in un imprecisato futuro oppure in una città sconosciuta. Per un bambino, una scopa può essere un cavallo (o Pegaso) da cavalcare. Proprio come accade nei miti, nelle leggende e narrazioni in cui la Befana usa la scopa addirittura come aeromobile – come del resto lo fa Harry Potter, la cui inventrice J. K. Rowling ha immerso in uno scenario che riprende una quantità sterminata di elementi fantastici dalla tradizione mitologica e favolistica. Mondo dei sogni notturno o diurno (sogno ad occhi aperti, fantasticherie), mondo dei bimbi, delle nostre infinite narrazioni, della poesia sono tutti compresi nel lato celato della realtà. E così, appunto, il pensiero magico. In cui possiamo – se vogliamo – inserire la lettura dei fondi caffè, l’ornitomanzia, la bibliomanzia, la lettura dei Tarocchi, l’angelologia e, certo, ciò di cui io mi occupo principalmente: l’astrologia. Dove, per esempio, Venere è senza ombra di dubbio un corpo astronomico, concreto, con la sua composizione materiale e orbita, ma anche una dea e una funzione psicologica. Nel lato magico della realtà il principio di causa ed effetto è sostituito dalla sincronicità. Nel “mondo reale” se noi vediamo all’improvviso un pallone rotolare davanti a noi ci chiediamo chi o cosa l’abbia calciato o spinto. Come giustamente la ragione ci chiede. Ma nella dimensione magica, ciò si dissolve. In astrologia è nota l’espressione “influenza”. Ma questa non ha luogo. Non c’è e non ci sarà mai una macchina che misuri l’onda elettromagnetica dell’amore, il raggio della sfortuna e della fortuna proveniente da un corpo astronomico. In astrologia, ciò che l’astrologo legge nel cielo, corrisponde a eventi terrestri e ciò che è “leggibile” sulla Terra è scritto nella fascia Zodiacale. Sono fenomeni simultanei. Nella magia vale la coincidenza significativa (come la indicava Jung). Il lato magico è assimilabile anche al sacro. Come lo si intende in filosofia: cioè il prerazionale; che in effetti precede il mondo della ragione. Al sacro possiamo pure assimilare l’antichissima figura del dio Dioniso, divinità orgiastica, rimescolatrice dei corpi, certo, ma non solo: anche della conoscenza. L’armonia nascosta è pure quella del simbolo (sym-bállein) cioè del “gettato insieme” (contrario di diabállein, con il suo chiaro rimando alla nostra attuale parola “diavolo”, che segnala separazione: mondo della conoscenza: fornita dal biblico frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male). Il simbolo è anche il con-fuso. Il mondo dell’unitario. L’uno. Dell’animale: che non distingue: ma che è un tutt’uno con l’ambiente che lo ospita. Lo scenario occulto, magico è bocciuolo di fiore (immaginiamo una rosa). Quello ragionevole è il medesimo fiore, ma aperto, che mostra i suoi petali.  

Quando parlo e parlerò in particolare di astrologia (e quindi di magia) introduco e introdurrò spesso elementi filosofici. A volte invece sono e sarò  “puro” e mi occupo e mi occuperò unicamente dell’armonia nascosta. Inversamente, quando parlo e parlerò di filosofia, facilmente l’aspetto magico irrompe e irromperà spontaneamente nel discorso. Oggi viviamo in un mondo di specializzazione spinta. Io mi ispiro ai sapienti antichi, a un Eraclito, certo, che era sia filosofo, sia scienziato (con i limiti dell’epoca), sia mago. Fondamentale per me è il ponte, anzi, i ponti. Le connessioni. La ragnatela che unisce i due volti di ciò che si manifesta.