Filosofia
Suonano le campane di mezzogiorno. Il mio momento del
giorno preferito. L’ora di Pan. Figlio di Hermes. Da cui il
nome Peter Pan (“nipote” di Hermes).
Cos'è Filosofia?
Filosofare non è filosofeggiare che è un dispregiativo di filosofare.
Io sono uno stupido. Nel mio canale Re Magio Ru in YouTube infatti appaio spesso con parrucche colorate e bambolette-pupazzi. “Stupido” è parola che deriva da stupore. Il filosofo E’ uno stupido.
Sor-Prendere: Prendere sopra.
Thaûma, θαῦμα:
meraviglia & terrore.
Gnōthi seautón, γνῶθι σεαυτόν: conosci te stesso.
Scritta che si trovava sul frontone del tempio di Apollo
a Delfi dove la Pizia (o Pitonessa) seduta sul suo scranno
avvolta dai vapori allucinogeni pronunciava i suoi vaticini.
Conosci te stesso, certo. Ma anche,
non dimentichiamolo,
katà métron, cioè “entro i tuoi limiti”.
Qual è il senso di tutto?
Anche il cosiddetto “pensiero comune” a modo suo
è una forma di filosofia:
una visione per certi versi misteriosa del mondo.
la filosofia in sé non è una materia scolastica qualunque.
È il pensare che antecede tutti i pensieri, anche quello scientifico e tecnico.
Questo me lo concederebbe anche il grande filosofo
Emanuele Severino (26 febbraio 1929 Brescia, 17 gennaio 2020 Brescia).
Nonostante – è vero – in un certo senso ognuno di noi abbia una sua filosofia,
cioE’ una certa visione del mondo, lo studio filosofico non è proprio per tutti.
Addentrarsi nei suoi meandri è una grande impresa e per farlo bisogna
essere guidati da una sorta di dáimōn, δαίμων, “demone” o “essere divino”.
Io potrei essere giudicato da qualcuno un filosofo di serie B, C o Z.
(Anche se io non mi reputo tale.)
Quello che è certo è che lo sono.
Infatti per me la ricerca del senso delle cose viene prima di tutto.
Da bambino, ragazzino, adolescente ero spesso angosciato. Per Heidegger l’angoscia è sentimento eminentemente filosofico. L’angoscia non è paura. La paura è un dispositivo che ci allontana dal pericolo. L’angoscia ci mette a contatto col ni-ente: con l’assenza di un ente. Col Sein, l’essere. (Martin Heidegger nacque il 26 settembre 1889 a Messkirch in Germania e morì il 26 maggio 1976 a Friburgo in Germania)
Angoscia. Domande mute di me ragazzo: cos’è quest’esistenza? cos’è il mondo? cosa ci faccio io qui? Poi, crescendo, le avrei formulate.
Per gran parte della mia vita ho tentato di dare risposta alle domande sull’esistenza consultando libri di occultismo, magia, esoterismo. Ma la magia, pur essendo argomento essenziale di questo sito e per me fondamento, contiene anche molta follia. La filosofia ad un certo punto è intervenuta a salvarmi da quest’ultima. La filosofia mi ha salvato la vita – il cervello. (Inversamente, il pensiero magico salva dall’aridità del pensiero calcolante, della povertà della ragione – in cui è presente un’altra forma di follia.) Bisogna trovare un equilibrio.
Filosofare è riflettere a fondo, usare la logica.
La domanda è più importante della risposta. (Lo diceva il mio professore di fisica al liceo, Michele D’Anna, abitante a Minusio, Svizzera.)
Io, come la filosofa Maura Gancitano (20 dicembre 1985),
che assieme a suo marito Andrea Colamedici ha realizzato
il progetto-casa editrice Tlon, ho iniziato il mio percorso specificatamente filosofico leggendo il celebre libro
di Jostein Gaarder Il mondo di Sofia (1994), fiaba-giallo
filosofico, semplice compendio filosofico, ma molto
stimolante. E sono in buona compagnia!
Pur muovendosi dalla logica, la filosofia – o meglio le filosofie dei vari filosofi – porta spesso a visioni del mondo sorprendenti, volendo bizzarre, stravaganti, lontane, certo, dal pensare diffuso.
La filosofia ha un suo percorso che parte 2500 anni fa in Grecia con Parmenide, con i cosiddetti presocratici e naturalmente con Socrate & Platone.
Dei presocratici abbiamo poco: frammenti. Ma di importanza capitale.
Il mio filosofo di riferimento presocratico (e non solo) è Eraclito (Efeso 535 a.C – Efeso 475 a.C). Anche queste vignette in quanto frammenti in parte si ispirano a lui. Eraclito (come in generale i pensatori iniziali) era sia filosofo sia scienziato sia mago. Eraclito aleggia in tutto questo sito. [Eraclito! Con il suo scritto che preferisco; tra l’altro uno dei miei preferiti in assoluto: Il dio è giorno notte, inverno estate, guerra pace, sazietà fame, e muta come il fuoco, quando si mescola ai profumi e prende nome dall'aroma di ognuno di essi. ]
Il pensiero occidentale ha una doppia sorgente: Atene, con la sua filosofia (che nasce nel VI-V secolo a.C) & Gerusalemme, con la Bibbia, il mondo giudaico-cristiano. Insieme, intrecciandosi, questi due fiumi di pensiero costituiscono la filosofia nella sua pienezza. (I padri fondatori della Chiesa non avrebbero potuto scrivere una sola riga senza Platone, senza il pensiero greco; e la teologia è filosofia: importante ancora oggi per molti filosofi anche atei.) Siamo tutti quanti immersi in questo doppio fiume. Non esiste nostro pensiero che non sia inscritto in esso.
Anch’io ho parlato del divino in una serie di video prima del Natale del 2020. Sono stato profondamente teologico. Da theos (dio) & logos (discorso): discorso sul divino. Per me il discorso su divino è di capitale importanza. Forse per me il più il più importante.
In assoluto la filosofia inizia con Parmenide. Nel suo Sulla natura (l’unico testo che di lui possediamo) per la prima volta si passa dal mito alla filosofia. In questo testo l’uomo incontra la dea della Verità che lo mette sul suo stesso piano. (Parmenide, Elea, 515 a.C./510 a.C., 544 a.C./541 a.C. – 450 a.C.)
Socrate: lo conosciamo attraverso gli scritti di Platone. Come se fosse il personaggio di una fiction. (Atene, 470 a.C./469 a.C.[1] – Atene, 399 a.C.)
Platone scrive molto (e negli scritti esprime il suo lato essoterico, cioè rivolto al pubblico; “pop”) ma ama soprattutto spiegare a voce (la parola scritta, de-finita, de-terminata ha qualcosa di “morto”. E in questo in un certo senso gli assomiglio. Vedo i limiti della scrittura nonostante io gli dia grandissima importanza). Le sue spiegazioni a voce, esoteriche, erano destinate ai suoi allievi. Questo lato costituisce la sua dottrina segreta, che può essere desunta da ciò che di lui ci dicono altri autori. (Platone, Atene, 428/427 a.C. – Atene, 348/347 a.C.)
Aletheia, ἀ–λήθεια: “a” privativa e “lete”, cioè oblio. (Parola fondamentale della filosofia.) Ciò che hanno fatto all’inizio i Greci: rivelare. Portare alla luce ciò che è nascosto. Nella luce di Apollo. Nell’armonia manifesta indicata da Eraclito. Rinunciando quindi all’armonia nascosta.
Epistème, ἐπιστήμη: ciò che si tiene su da sé, che appare nell’orizzonte apollineo di aletheia. Altra parola, concetto, fondamentale della filosofia. Pensato da Platone per distinguere la doxa, l’opinione, dalla verità.
Metafisica, mετὰ τὰ φυσικά: percorso della filosofia che distingue la causa dall’effetto, il modello dal modellato, il fondamento dal fondato, per arrivare a capire che cosa sono le cose concrete del mondo. Per Platone i modelli/verità (le idee o forme) si trovano nell’Iperuranio. Per Aristotele a determinare tutto è il motore immobile. Il Cristianesimo sulla base della filosofia distingue anima da corpo, Ente Supremo da ciò che Egli ha creato.
Procedendo con gli stivali delle sette leghe arriviamo a Cartesio che a modo suo riprende il pensiero dualistico originario, separando la res cogitans (il pensiero) dalla res extensa (il corpo). (Cartesio, René Descartes, 31 marzo 1596, Descartes, Francia- 11 febbraio 1650, Stoccolma, Svezia.)
Con Nietzsche abbiamo un momento a dir poco cruciale del percorso della filosofia. Egli mette in luce che la millenaria ricerca della verità (epistème) non è disinteressata, “innocente”. La visione perturbante di Nietzsche è che ogni difesa di una verità coincide con la volonta’ di potenza. Non vince la verità, ma l’idea che con la forza prevale sulle altre. Il pensiero nicciano è l’inizio della crisi del concetto di metafisica e quindi della filosofia stessa.
(Friedrich Wilhelm Nietzsche, Röcken, 15 ottobre 1844 – Weimar, 25 agosto 1900.)
Il secondo passo capitale che crea una cesura con tutta la filosofia da Platone in poi e’ fatto da Heidegger. Heidegger considera tutta la storia della metafisica un’impostura. La verita‘ che a nessuno è mai importata veramente la verita’, ma sapere per avere ragione delle cose. Nella sua visione, la metafisica termina, trova la sua espressione definitiva nella tecnica. Che per lui sara’ sempre questione problematica e insolubile perche’ non superabile. Heiddegger considera che pure Nietzsche sia ascritto nella metafisica. (La volonta‘ di potenza sostituisce la verita’ platonica senza cambiare nulla radicalmente.) Per Heidegger esiste un mondo inautentico e uno autentico. Quello autentico e‘ il mondo del Sein, cioe’ dell’essere.
(Martin Heidegger Meßkirch, 26 settembre 1889 – Friburgo in Brisgovia, 26 maggio 1976)
Eigentlichkeit, autenticità (parola heideggeriana). L’angoscia ci mette in contatto con essa. [Heidegger!]
Uneigentlichkeit, inautenticità (Heidegger.)
Vorhandenheit: ciò che non è afferrabile, manipolabile, che è autentico, il Sein. (Heidegger.) [Contemplazione. “Mani che “afferrano il cielo”, cioè il niente.]
Zuhandenheit: la dimensione del manipolabile; inautentica.
(Heidegger.)
Heidegger riesce a scardinare la metafisica? La risposta e’ che, nella sua concezione, nonostante l’autentico, il Sein non vogliano essere equiparati alla verita’ platonica (egli addirittura da un certo punto in poi nei suoi scritti barra la parola Sein), il suo Sein e’ la sorgente della realta’, con in definitiva un valore divino (che riprende il neoplatonismo ). La dinamica è sempre quella di una struttura con causa ed effetto. Quindi anche lui rimane intrappolato nella metafisica.
Con Nietzsche e Heidegger, comunque, si capisce che la metafisica contiene
un inganno. Di conseguenza la filosofia nata ad Atene è giunta a destinazione, alla sua fine. È compiuta.
Muore. È il tramonto d’Occidente.
La filosofia non e’ astratta, come spesso si crede. (Anche se ogni tanto, sì.) È la descrizione dell’ aria che tira nell’epoca da parte di alcuni illuminati pensatori.
Muore lei, muore la nostra realta’.
Dopo Nietzsche e Heidegger ci sono altri filosofi importanti? Sì. Alcuni. Tra i francesi. Che puntano molto sulla filosofia intesa come sistema di scrittura. Tra gli esponenti più importanti c’è Derrida. Forse l’ultimo tra i grandi. Sempre tra gli ultimi anche si può indicare anche Gadamer. In seguito tendenzialmente possiamo parlare solo di epigoni.
(Jacques Derrida, Algeri, 15 luglio 1930 – Parigi, 9 ottobre 2004.
Hans-Georg Gadamer, Marburgo, 11 febbraio 1900 – Heidelberg, 13 marzo 2002.)
La crisi del pensiero Occidentale, della filosofia – ribadirei – coincide con la crisi del nostro modo di vivere. A tutti i livelli. Deterioramento ecologico del pianeta. Un mondo tecnico sempre più complicato con i suoi meravigliosi vantaggi, ma minaccioso, ingestibile, non più a misura d’uomo.
La filosofia è compiuta. La filosofia continua. Uno. La si puo’ continuamente ripensare. Come ci dice il grande Italo Calvino i classici sono quei libri che ogni volta che li leggi ti danno qualcosa di nuovo: sono inesauribili. Così è la filosofia. Anche senza idee per forza originali, possiamo considerare il mondo contemporaneo alla luce di eccezionali idee passate. In questo modo il pensiero filosofico continua a vivere e rinascere in forme diverse. Idee nuove? Sì. Pensiamo a Emanuele Severino (Brescia, 26 febbraio 1929 – Brescia, 17 gennaio 20209).
(Il filosofo Massimo Cacciari indica Heidegger e Severino come le due figure di una gigantomachia filosofica.) Oppure, in modo totalmente diverso la pop-filosofia, che utilizza elementi popolari letterari, cinematografici la cultura di massa, per spiegare la filosofia, per portarla in piazza.
In Italia, famoso è il festival Popsophia orchestrato dalla filosofa Lucrezia Ercoli (Macerata 1988). Tra i pop-filosofi italiani piu’ in rilievo vedi Simone Regazzoni (Genova 1975), Maura Gancitano (20 dicembre 1985) e il marito Andrea Colamedici, Ilaria Gaspari (1986).
La filosofia continua a vivere grazie a eccezionali filosofi contemporanei. E tra gli italiani vi indico i miei preferiti: una triade:
Carlo Sini (6 dicembre 1983),
Massimo Cacciari (5 giugno 1944),
Massimo Dona’ (29 ottobre 1957).
Alcuni filosofi ci indicano un cammino che potrebbe portarci al di fuori delle secche della metafisica. Ad esempio il grande Carlo Sini, Sagittario, quindi “cavallo” il cui pensiero continuerà a correre anche dopo la sua dipartita. Geniale.
Al di fuori della metafisica, ci può condurre anche Massimo Donà, Scorpione, filosofo teoretico raffinato, contraddicendo il principio di non contraddizione, continuamente affermato dal suo maestro (amato e da lui rispettato) Emanuele Severino.
Alla triade dei miei filosofi contemporanei preferiti aggiungo: Alessandro Baricco, conosciuto più come scrittore, ma da prendere in considerazione come filosofo-saggista straordinario. (Alessandro Baricco, 25 gennaio 1958, Torino.)
Nella mia visione filosofica il tentativo è anche (proprio quello) di superare la metafisica (pur considerando ciò operazione quasi impossibile). I miei fari filosofici sono la Trinità (non intesa particolarmente in modo religioso, ma filosofico, capace di scardinare il principium firmissimum, il principio di non contraddizione), l’ambivalenza (contraddizione nell’unità), che riprende il concetto trinitario e che permea tutto il mio pensiero, l’aspetto mitologico della realtà. Cioè, secondo la lezione del filosofo Baricco, che tutto è storytelling, narrazione, mito. (Il che però non nega (attenzione!) i fatti, la realtà, la concretezza.)